Le esperienze mistiche e la Medaglia - La Medaglia di Gesù Salvatore dell'Uomo

Sito per la divulgazione della Medaglia di Gesù Salvatore dell’Uomo, rivelata nel 1978 a Madre Raffaelina di Gesù Bambino da Gesù e Maria, che vi annetterono promesse per chi la porta e la diffonde.
La Medaglia di Gesù Salvatore dell’Uomo
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Salvatore dell’Uomo
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#InBreve
Che cos’è la medaglia di Gesù Salvatore dell’Uomo?




La medaglia di Gesù Salvatore dell’Uomo è una medaglia religiosa che fu coniata per la prima volta nel 1979 su iniziativa di Madre Raffaelina di Gesù Bambino (1904-2007) in seguito all’apparizione di Gesù e Maria che ella ricevette nel suo Santuario di Gesù Bambino di Praga a Benevento il giorno 18 gennaio 1978. La medaglia riporta ciò che Madre Raffaelina vide durante l’esperienza mistica: tra gli altri simboli riprodotti, troviamo nel fronte Gesù Bambino di Praga dinanzi alla Croce con sopra inciso “Io mi chiamo Gesù” -frase pronunciata da Nostro Signore alla suora in una precedente apparizione il 20 novembre 1977- e nel retro il triangolo perfetto con al centro un’ostia rosseggiante con negli angoli le tre lettere S D U -che significano “Salvatore Dell’Uomo”, come chiarito dalla Madonna stessa- e le genti di tutte le razze in venerazione della Madonna. Durante l’apparizione del 1978 la Santissima Vergine disse alla suora: “Questa medaglia sia distribuita a tutti i popoli. È un dono celeste. Quanti la porteranno cammineranno nella luce”. Aggiunse Gesù Bambino: “Coloro che la diffonderanno con premura e nelle terre più lontane saranno rivestiti di splendore. Si presenteranno vittoriosi al mio ritorno”.



  1. Esperienze mistiche precedenti (1972-1976)
  2. Rivelazione della medaglia (1977-1978)
  3. Coniazione e diffusione della medaglia (1979-oggi)
  4. Il comando di Gesù e la miracolosa Pietra del S. Cenacolo (1980)

I. Esperienze mistiche precedenti (1972-1976)

  • 21 maggio 1972: nella domenica di Pentecoste, Madre Raffaelina sente una voce: “Farò prodigi per te”.
  • 19 marzo 1973: la raggiunge un altro messaggio: “Manifestate il mio amore, consacrate i fanciulli al mio amore”.
  • 25 luglio 1975: nella notte le appare Gesù crocifisso Madre Raffaelina e le dice: “È indispensabile il Pane eucaristico per capire bene il significato della vita”.
  • 1 agosto 1976: la Madonna le dice: “Si potrà godere la pace quando gli uomini capiranno che solo Gesù, presente nell’Eucaristia, può salvare il mondo…”.

II. Rivelazione della medaglia (1977-1978)
(Trascrizione de Gramignazzi Serrone, V. (1993) Il glorioso cammino del S. Bambino di Praga a Benevento, Genova, B. N. Marconi Arti Grafiche, pp. 75-81)

Il 20 novembre del 1977 è una domenica. Madre Raffaelina Borruto è in chiesa per la S. Messa. Dopo la comunione sta, come al solito, nel “suo" terzo banco di sinistra e, come lei stessa racconta in quel suo "diario dell'anima" che è "La breve storia di un amore immenso”, in quel momento "Non penso a nulla, né prego". All'improvviso sente poggiarsi sulle sue spalle due manine, come in una lieve carezza. Poi risuona una voce, la voce che lei ben conosce, avendola più volte udita nel corso degli anni della sua vita; e la voce dice:
“IO MI CHIAMO GESÙ”.
Passa il Santo Natale, il 1977 finisce, entra il 1978. Il 18 gennaio del nuovo anno, il 1978 per l'appunto, è un mercoledì. Nell'Istituto S. Filippo sono già riprese le lezioni dopo la parentesi delle vacanze di Natale. I bambini sono nelle loro classi. Ognuno nella grande Casa attende con serenità al proprio lavoro. È insomma una delle solite, tranquille, operose giornate, diciamo di routine, dell'Istituto. Poco dopo le 10, Madre Raffaelina scende in chiesa, per la sua solita "visita breve" e per raccogliersi e pregare accanto al tabernacolo. È questa un'ora di grande quiete, di grande pace e silenzio, prima che i bambini, alla fine delle lezioni, non sciamino invadendo con la loro gaia e vivace rumorosità tutto il cortile interno. Proprio una giornata di routine, dunque, una giornata come tante, ma che di lì a poco si sarebbe manifestata diversa invece, straordinariamente diversa. Sono le 10:45 quando Madre Raffaelina entra in chiesa. Sta pregando nel suo banco quando, improvvisamente, la preghiera le si smorza sulle labbra per una sensazione di malessere, quasi di deliquio. Non riesce più a vedere bene l'altare. Allora, si sforza, cerca di uscire dalla chiesa, ma non riesce a muoversi. Vede la luce cambiare, trascolorare. Quella che vede, quasi non è più luce di questa terra. Lo spazio che la circonda si dilata. La chiesa ora è molto più grande, "oltre cinque volte" più grande. Lo spazio intanto è diventato immenso. L'occhio, per quanti sforzi faccia, non riesce ad abbracciarlo, non riesce a penetrarlo fino in fondo. Allora lei mormora: "Aiutami, Gesù, a rendermi conto!”. Con grande sorpresa e profondo stupore le si presenta uno spettacolo ineffabile. Dal fondo lontano, sconfinato, vede entrare un'enorme quantità di greggi che si susseguono. In un momento in cui la luce si fa più chiara, mentre sempre è pervasa da grande timore, cerca di penetrare con lo sguardo questo spazio sconfinato e riesce a vedere il volto di una donna. Si fa più forte lo sgomento ed in questo smarrimento invoca il "suo" Bambinello, chiedendo aiuto. E si sforza ancora di guardare. Ora vede quasi per intero la figura della donna e vede la fascia che la cinge. Belle sono le sue sembianze. Ormai è certa, ormai l’ha riconosciuta! E le labbra le si muovono da sole, automaticamente, quasi senza che lei nemmeno se ne accorga. Si muovono per formulare un'invocazione, quasi balbettano quando tutta tremante dice: "Mia bella Signora!". Ora è sicura, Madre Raffaelina, è proprio sicura: la bella Signora ha il manto azzurro. È la Madonna! È proprio Lei a condurre le greggi, dal suo petto rifulge la luce! Nell’enorme stupore che la invade, vede le pecore avanzare, caute, piano, come se stessero per raggiungere il proprio rifugio. Enorme è il loro numero. Quelle che sono a capo della fila si fermano davanti ad una Croce Misteriosa, sorta a fianco dell'altare; all'angolo sinistro dell'altare. A questo punto c'è un solo segno familiare che ricollega Madre Raffaelina all'ambiente ben conosciuto della sua chiesa: è la lampada, con la sua raggiera dorata e la fiammella rossa sempre accesa, che sta accanto all'altare. Innumerevoli le pecorelle, arrivate alla meta, si accingono al riposo. Una sensazione di mistero infinito, una "serenità nuova", una "tenerezza che non so ridire, una dolcezza mai gustata" accompagnano la visione di questa scena prodigiosa che appare come assolutamente reale. L’emozione è così profonda che calde lacrime le sgorgano dagli occhi. Ora vede chiaramente che a destra della Croce Misteriosa sta Maria, in candide vesti e con il manto azzurro ed, intanto, viene tutta pervasa da una serenità "che non è della terra". Ed ecco apparire Gesù Bambino. “Con passo lieve, si presenta pieno di maestà celeste. Poggia il piede nell'interno della Croce, come se vi fosse il vuoto" . La croce appare come scavata, quasi come una nicchia poco profonda. E adesso vede un tappeto immenso, con delicate sfumature che sembrano tracciate con tocco leggero da una mano gentile. È un manto latteo che sembra ricoprire tutto lo spazio fino ad un lontanissimo orizzonte. Il Bambino Gesù "con una dolce movenza che io non so spiegare” pone il Mondo nelle mani di Maria. Ed ecco che nel centro di una manina di Gesù Bambino appare un disco luminoso, argenteo . Nell'interno del disco brilla un triangolo perfetto e nel centro di questo appare un'Ostia rosseggiante, mentre nei triangoli sono scolpite tre lettere: S D U. Sorge in Madre Raffaelina l'ardente desiderio di capirne il significato. Vorrebbe domandare, ma non osa. Apre le labbra ma non riesce a pronunciare parola. Si accorge allora che la Bella Signora la previene. Accennando alle tre lettere, una per una, con accento pieno di amore dice:
“SALVATORE DELL’UOMO”.
E allora la Madre ode levarsi con la sua stessa voce la preghiera ardente: "Ave Maria, piena di Grazie". E la Vergine, schiudendo dolcemente le labbra dice:
"questa medaglia sia distribuita a tutti i popoli. È un dono celeste. Quanti la porteranno con fiducia cammineranno nella luce”.
Madre Raffaelina ode perfettamente il suono di quella voce che si dilegua con soavità, lasciando nel petto una forza che -dice-: "Mi aiuta a respirare senza fatica". Ma ancora una volta è in dubbio, ed ancora una volta il suo dubbio viene premurosamente chiarito, e la dolce voce risuona:
"se io non parlassi, tu non potresti sentire la mia voce”.
Ma ora i suoi occhi sono attratti dal Santo Bambino. Ora, in ognuna delle due manine brilla un disco argenteo i cui raggi luminosi si diffondono tutto intorno. In quello tenuto nella mano destra vede il disegno della Croce nella quale è l'immagine di Gesù Bambino, proprio come la statua che è sull'altare. Nel disco tenuto nella mano sinistra vede, ancora una volta, il disegno visto prima: il triangolo con le tre lettere S D U ed avente al centro la figura circolare rosseggiante. I due dischi emanano una luce molto forte. Non si possono fissare a lungo, così come non si può fissare a lungo il sole. E dolcemente Gesù dice:
"coloro che la diffonderanno con premura e nelle terre più lontane saranno rivestiti di splendore. Si presenteranno vittoriosi al mio ritorno”.
A questo punto la commozione di Madre Raffaelina è enorme ma, come lei stessa racconta, Gesù le dà la forza di continuare a guardare, dato che un'altra scena indescrivibile si presenta. Ed ecco che tanti gruppi di persone, diverse per razza, colore e per la foggia di vestire, che sembrano venire da molto lontano, si radunano accanto alla Vergine. È come se tutti i popoli della terra fossero rappresentati. Con grande stupore vede annullarsi ogni differenza di comportamento tra i convenuti. Pur conservando ognuno le sue caratteristiche fisionomiche, compiono tutti insieme gli stessi gesti, come pure uguali sono i movimenti delle loro labbra quando all’unisono recitano:
“Madre di Dio Immacolata,
Beata fra le donne,
Assunta in Cielo,
Madre degli uomini,
nulla è impossibile al Tuo Divin Figlio;
a Lui il Padre ha dato ogni potere”.
A questo punto Maria fa un passo indietro, come per lasciare spazio, e leva le braccia al Cielo e guarda in alto, implorando. La luce si fa più forte e riveste di sé lo spettacolo commovente, ineffabile. Si presentano poi due Figure Angeliche, dalle sembianze umane e anch’esse si avvicinano alla S. Vergine. La prima rivolge a Maria un sorriso dolcissimo, nelle mani ha una lampada che, con gesto soave, passa nelle mani della figura che le è vicina. Poi, con passo lieve e solenne, si allontana. La Figura Angelica che è rimasta si china a terra per baciare il suolo. A questa Madre Raffaelina si rivolge: "Il verde nastro trasparente che ti cinge e le bianche margheritine che lo ornano, candide come la tua veste, parlano di speranza. Perché fino a terra ti chini per baciare il suolo? Puoi dirmi a qual fine vieni tra questa folla? Penso che sia il Padre dei Cieli a mandarti, per dare equilibrio al mondo, per dire agli uomini crudeli che cessino di uccidere i fratelli!". E aggiunge: "Come vorrei parlarti da vicino! Vorrei che tu mi dicessi qualcosa, che mi spiegassi dove mi trovo. Tu certo vieni dal Regno dell'Amore. Vieni in aiuto alla Madre Divina che tutte le greggi aduna? Porgi la mano a Gesù che salva il mondo! È l'ora in cui tutti i popoli sono in attesa della pace!". "Aiutami, Angelo caro. Dimmi qualcosa che mi possa orientare. Mi accorgo però che non puoi parlare; ti trattiene il gregge che devi custodire. Ma dimmi, Angelo del buon Dio, farai sosta sulla terra? Se resti, indica agli uomini la strada tracciata dal Divin Redentore!". Madre Raffaelina chiede ancora aiuto alla Figura Angelica per comprendere un'altra scena che ancora le si presenta, ma che lei vede come attraverso un velario, per cui le è difficile distinguere e riconoscere le persone che compongono una nuova stupenda schiera che avanza, avvolta da una luce che non è della terra. Però, guardando meglio, qualcuno di questi personaggi le sembra di riconoscerlo. Questi sono personaggi che sono stati sulla terra. Il capofila ha un amabile sorriso ed ora che lo vede meglio, lo riconosce e le sembra che sia proprio la prima delle due Figure Angeliche che aveva visto prima: quella figura che dopo aver passato la sua lampada nelle mani della seconda si è allontanata. A questo punto "la Forza Divina mi sostiene, sento come se mi svegliassi da un profondo sonno" racconta Madre Raffaelina. "Faccio fatica a riprendere vita, quasi mi trovassi all'altro mondo. Vorrei pregare, domandare, ma non riesco ancora a pronunciare parola. Mi guardo attorno, incomincio a rendermi conto, domina in me il dubbio: penso che sia tutto un inganno e che io guasti l'opera divina. Resto a lungo stordita. La luce si fa più chiara e risuona la Voce:
"tu realizzi quello che io ho stabilito”.
Allora invoco Gesù e Lo prego che mi faccia passare con la dolcezza gradualmente alla luce terrena, così che non abbia paura. Rivolgo un inno al Signore, mentalmente, perché ancora non posso parlare. Scoppio in un pianto dirotto. Piango forte, come piangono i bambini. Non so dire per quanto tempo resto con la testa appoggiata sul banco. Ridestandomi mi sento come se mi fossi lavata senza asciugarmi, anche il banco resta bagnato”. Madre Raffaelina comincia allora a guardarsi intorno. Il respiro le si è fatto meno faticoso. Si rende conto che tutto è tornato normale, ma è sfinita. Ora riesce a riflettere, guarda l'orologio e vede che sono le 12:30. È l'ora di uscita dei bambini dalle aule! Chiede a Gesù che le dia la forza di dominarsi e di uscire dalla chiesa. Cerca di essere presente a se stessa e si accinge, piano piano, ad uscire, cercando di passare inosservata. Apre piano la porta che, alla fine del corridoio, dà sull'atrio e la porteria. Pensa che tutto vada bene, che riuscirà a passare inosservata, ma incontra la dottoressa Agata Intorcia. Non può evitare di salutarla e lo fa cercando di mostrarsi disinvolta. La dottoressa però la vede strana, la guarda con attenzione e affettuosamente le domanda "Come va? Ha lo sguardo assente! Come si sente?”. L'accompagna in direzione e le ordina di non muoversi. Corre frattanto a casa e ritorna poco dopo con l'apparecchio per misurare la pressione. Chiama le altre suore e le avverte che c'è bisogno di riposo assoluto. L'accompagnano allora a letto e lei resta assopita. Solo a tarda sera la svegliano per darle un po' di pastina; ma subito dopo una frugale cena si riaddormenta.

III. Coniazione e diffusione della medaglia (1979-oggi)
(Trascrizione e parziale adattamento da Gramignazzi Serrone, V. (1993) Il glorioso cammino del S. Bambino di Praga a Benevento, Genova, B. N. Marconi Arti Grafiche, pp. 82-86)

Ma come fare per far coniare la medaglia mostrata? La forte preoccupazione per affrontare questo pesante onere traspare dalle parole che Madre Raffaella rivolge a Gesù: "In che modo devo compiere il disegno che tu mostri? Io non ho nulla e Tu sai che ci sono molte cose da portare a compimento. Dammi un segno se vuoi che sia distribuita a tutti i popoli. Ispirami la via da seguire. Sempre mi hai dato prova del Tuo amore, ed io, misera, resto sempre nel dubbio. Mi si presenta il dubbio e, nell'attimo stesso, mi confondi in modo inaspettato e commovente e la Tua Provvidenza giunge”. Ed ecco la Voce:
“non dubitare mai. Io conosco tutte le strade”.
Dopo quest'ultima manifestazione piglia coraggio e dà l'incarico di realizzare la medaglia alla ditta Colombo di Milano. Il progetto viene realizzato dai disegnatori della ditta in base alle indicazioni di Madre Raffaelina, cui si sono aggiunte, onde arricchirla di significati, quelle dell'Assistente Spirituale, Padre Ermenegildo Frascadore, che suggerisce di mettere anche i simboli eucaristici del grano e dell'uva e l'immagine della cupola di S. Pietro, a simboleggiare la Chiesa Universale, con la scritta sottostante, Benevento, per ricordare la città natale della medaglia. Il 9 marzo del 1979, a nome della ditta, il sig. Bruno Mornato invia le foto dei bozzetti e comunica che "La lavorazione delle medaglie prosegue in maniera sollecita e scrupolosa” e che "quindi quanto prima sarò in grado di comunicarLe l'avvenuta realizzazione di tanto attesa opera". In quel "tanto attesa" si legge chiaramente da quanta accorata premura fosse stata accompagnata la richiesta di questo lavoro e quanta ansia ci fosse nell'attesa di vederlo ben realizzato.

Ritornano sulla medaglia gli elementi fondamentali mostrati nella visione (ricordiamo che nella manina destra era mostrata la faccia con la Croce in cui è Gesù Bambino mentre nella manina sinistra era mostrata l'altra faccia, quella con il triangolo recante, negli angoli, le tre lettere S D U ed, al centro, il disco rosseggiante). Nella prima faccia, infatti è rappresentata la Croce, nella quale è Gesù Bambino. Sono stati aggiunti altri simboli: quello di Dio Padre (triangolo con l'occhio), quello dello Spirito Santo (la colomba) ed i simboli eucaristici del grano e dell'uva. La scritta “Io mi chiamo Gesù" ricorda, invece, la Voce udita da Madre Raffaelina in chiesa, la mattina del 20 novembre 1977. Nella seconda faccia ritroviamo il Triangolo con le tre lettere S D U (Salvatore dell'Uomo) e con, al centro, il disco rosseggiante. Ma volendo qui ricordare anche un altro momento della visione (quando la S. Vergine è vicino alla Croce Misteriosa ed ai suoi piedi si raccolgono tutti i popoli della Terra) è raffigurata Maria che presenta il Triangolo a tutte le genti, simboleggiate da quattro volti di razze diverse. Nel retro della Croce, poi, è inciso il ricordo della Sua Divina Maternità. Arricchita di tutti gli altri simboli, la medaglia, serbando tutti gli elementi mostrati nella visione, diventa anche l'immagine di una Professione di Fede. Pubblico qui la lettura della medaglia stessa fatta dal Rev.issimo Padre Ermenegildo Frascadore:

1ª FACCIA. Credo in Dio Padre (simboleggiato dal Triangolo con l’occhio). Credo in Gesù Cristo (nella figura di Gesù Bambino) il Verbo fatto uomo per la salvezza del mondo (il globo sotto i suoi piedi) mediante la Croce (crocifisso per i nostri peccati) e credo nella Sua presenza eucaristica (simboli del grano e dell’uva). Credo nello Spirito Santo (simboleggiato dalla colomba). Nel Santo Nome di Gesù (Io mi chiamo Gesù) si attua il piano Salvifico del Padre nella Chiesa, prolungamento di Cristo nei secoli.
2ª FACCIA. La Chiesa (Cupola e volti degli uomini di razze diverse) contempla, ponendosi sotto la Sua protezione, Maria, Madre di Gesù (scritta: Nato da Maria Vergine per noi) che presenta agli uomini il Mistero di Dio Uno e Trino, il Suo rapporto con la Trinità (il Triangolo) ed il Suo rapporto con il Redentore (S D U = Salvatore dell’Uomo),
Maria figlia e Madre della Chiesa è Madre di Dio.

La medaglia viene coniata in alpacca e in due formati. Alla ditta Colombo ne sono, in un secondo momento, commissionati alcuni esemplari in oro, per poterli offrire al Santo Padre. Il 25 agosto 1983 padre Ermenegildo Frascadore, dopo una concelebrazione con il Papa, nella cappellina privata di Castelgandolfo, dona a Sua Santità Giovanni Paolo II la medaglia dedicata a Gesù Salvatore dell’Uomo. Tempo dopo, il 7 aprile 1990, immediatamente prima della partenza di Papa Giovanni Paolo II per il viaggio trionfale a Praga, il Rettore del Collegio Nepomuceno di Roma Mons. Carlo Vrana incontra il Santo Padre e gli parla delle medaglie chiedendogli anche di benedirne alcune. Il Papa ribatte: “Fate bene. È proprio necessario che Gesù Bambino regni di nuovo a Praga e in tutto il mondo”.

IV. Il comando di Gesù e la miracolosa Pietra del S. Cenacolo (1980)
Nel 1980, come meta di pellegrinaggio annuale dell’Associazione del S. Bambino di Praga, viene scelta la Terra Santa. Madre Raffaelina è perplessa e combattuta sulla possibilità di andare per via dell’età e della necessaria autorizzazione, difficilmente ottenibile, da parte della Provinciale dell’Ordine, Madre Teresina Ninni. Ma nella notte del 2 gennaio 1980 la Voce le ordina: “Alzati e scrivi a Madre Teresina”. Raffaelina ubbidisce e scrive, dice, “come se qualcuno mi dettasse”. Fatto sta che il 6 gennaio ottiene l’agognato permesso. Il 29 marzo, la sera prima della partenza per la Terra Santa, viene svegliata insistentemente dalla Voce che la chiama. Guarda l’orologio: sono le 0,21. Si riaddormenta, ma la Voce risuona più forte e le dice:
“Raffaelina, alzati! Prendi un laccio resistente lungo 3 metri, infila dalle due estremità 33 medaglie, ponile nel centro, in modo che possano fendere le onde… Prendine altre 33 e consegnale a Padre Ermenegildo. È suo compito: le spingerà in ogni fessura delle rocce, ovunque andrete, dove Io ho camminato. Le lancerà nel Giordano e nel mio Lago. Io guiderò la sua mano. La terra, le rocce e le onde daranno la consegna nell’ora stabilita. Una è l’Alleanza. Alle coscienze pure sarà dato il segno.”
Allora Madre Raffaelina si alza e, frugando tra i cassetti, trova un laccio lasciato dalla materassaia pochi giorni prima. La misura è di 3 metri e 18. Lo taglia e infila le 33 medaglie che dovranno essere fatte scorrere tra le onde del Lago di Tiberiade e riportate a Benevento, come le è stato comandato. Prepara poi a parte l’altro gruppo di 33 medaglie, che dovranno invece essere lasciate nelle rocce dei vari luoghi visitati e nelle acque del Giordano e del Tiberiade, come prescritto da Gesù. Il 3 aprile, Giovedì Santo, i pellegrini si recano al Santo Cenacolo di Gerusalemme. La piccola Madre Raffaelina, immersa nella folla, viene separata da Padre Ermenegildo. Ha nel cuore un desiderio: portare con sé a casa un pezzettino della parete del luogo santo. Ma attorno a lei le mura sono solo di pietra liscia ed uniforme. Vorrebbe chiedere l’aiuto del sacerdote, ma è ormai troppo lontano. Un ansioso dispiacere la pervade. Nel frattempo Padre Ermenegildo va cercando una fessura del muro nella quale possa lasciare una delle 33 medaglie, come dettato da Gesù a Raffaelina. Finalmente trova un buco. Mentre sta per inserire la medaglia sente con la mano che una piccola scheggia di pietra si stacca dal muro. Premurosamente la raccoglie e la conserva. Alla fine della funzione all’interno del Cenacolo, i pellegrini si mettono in posa per una foto. Padre Ermenegildo è a fianco a Madre Raffaelina. Silenziosamente le pone nella mano la piccola pietra. “È la pietra del Cenacolo!” dice. Gli occhi della suora brillano di gioia. Il pellegrinaggio dura tutta la settimana di Pasqua e la pietra viaggia sempre addosso alla Madre. Al ritorno, ella ci incolla sopra una strisciolina di carta con sopra scritto “S. Cenacolo” e vi aggiunge una crocetta rossa. A Benevento la pietra è ancora sempre con lei, poggiata sulla sua piccola scrivania nell’Archivio di Gesù Bambino. Attira spesso la sua attenzione, quasi fosse magnetica. Una mattina le sembra che la pietra sia molto luminosa, come se emanasse luce propria. Allora la fissa da vicino con attenzione e vi scruta, come dirà poi, “un viso piccino piccino”. Una sera sottopone, senza dare suggerimenti, la pietra al dott. Valerio Gramignazzi Serrone per studiarne la piccola superficie. L’ingegnere, ingrandito il tutto, al culmine di alcuni mesi di entusiasmante lavoro ricco di sorprese, si ritrova davanti ad uno scenario assurdo: sulla piccola pietra sono presenti vari gruppi di minuscole figure scolpite da mano non umana che vanno a formare diverse scene con coerenza straordinaria. Soltanto per citarne alcune, ecco il Bambino che brandendo la Croce ricaccia verso il basso il Drago con le fauci spalancate e la lingua di fuori. E ancora, un profilo di adulto compatibile con la Sindone di Torino. E ancora, il Bambinello in fasce con le braccia spalancate che porta un crocifisso sul petto, posto al centro circondato da precisi volti atterriti ed attoniti.

La Pietra rimane tutt’oggi un grande mistero. In tanti si sono interrogati sul suo intimo significato. In tanti si sono interrogati su sé stessi nell’apprenderne la storia. Fatto sta che lo stesso Gesù aveva detto a Madre Raffaelina, riferendosi a Padre Ermenegildo e al suo compito di riporre le medaglie nelle rocce: “Io guiderò la sua mano”. Gli studi di Gramignazzi Serrone sulla pietra, poi esposti nella sua pubblicazione “La pietra che parla”, prima ancora che egli conoscesse i retroscena mistici e prodigiosi della Medaglia, convergevano in una conclusione impressionante: il tema delle figure scolpite sulla Pietra è il medesimo dell’apparizione della Medaglia.
GESÙ È IL SALVATORE DELL’UOMO. LUI HA VINTO IL MALE.



Fonti bibliografiche e fotografiche:
  • Gramignazzi Serrone, V. (1993) Il glorioso cammino del S. Bambino di Praga a Benevento, Genova, B. N. Marconi Arti Grafiche
  • Gangale, L. (2004) Donne nel Sannio, Napoli, Alfredo Guida Editore
  • Mainolfi, P.M. (2007) Nata per guardare il cielo - Madre Raffaelina di Gesù Bambino, Benevento, Santuario Gesù Bambino di Praga
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